top of page
Come funziona il fortepiano
 

Il fortepiano può considerarsi il precursore del moderno pianoforte; come quest’ultimo, il fortepiano produce suoni grazie a corde che vengono percosse per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. 

 

Come suggerisce il nome, la caratteristica peculiare del fortepiano è la ricchezza dinamica a disposizione dell’esecutore grazie alla possibilità di variare la pressione del tasto: a maggiore pressione corrisponde un volume più forte, mentre a un tocco più leggero corrisponde un suono più delicato. Questo permise al suo tempo di aprire nuovi orizzonti alle possibilità di espressione degli artisti, che durante la seconda metà del Settecento abbandonarono rapidamente il clavicembalo in favore di questo nuovo, duttile strumento.

 

Il fortepiano fu inventato intorno al 1700 a Firenze dal cembalaro Bartolomeo Cristofori, al servizio del principe Ferdinando II de’ Medici. Il nuovo strumento non si diffuse subito velocemente; nell’arco di mezzo secolo, però, il fortepiano ebbe diffusione più capillare in Europa e diventò lo strumento a tastiera prediletto da compositori quali Mozart, Haydn, Clementi e Beethoven. Nella prima metà dell'Ottocento le numerose modifiche apportate allo strumento lo fecero divenire quello che oggi viene definito pianoforte.

 

Disponibile in due varianti, a coda o a tavolo (chiamato anche a tavolino per via delle sue ridotte dimensioni), il fortepiano è costruito interamente in legno, senza rinforzi metallici; le corde sono percosse da martelletti rivestiti di pelle (anziché di feltro, come nel pianoforte), producendo un suono più meccanico, frizzante e attivo, molto simile, soprattutto nel registro medio/acuto, a quello del clavicembalo.

L'estensione della tastiera inizialmente era di cinque ottave, me nel corso dei decenni lo strumento guadagnò una estensione maggiore (giusto per offrire un confronto, un pianoforte odierno copre più di sette ottave).

 

Specifiche tecniche del Kirkman 1800

 

Il fortepiano Kirkman che utilizzeremo ha una cassa in legno di mogano, filettata con filetto a tarsia. L’estensione dello strumento è Fa0-do6, ovvero 68 tasti (diatonici in avorio e cromatici in ebano). 

 

La tavola armonica è realizzata in abete con venatura del legno perpendicolare al ponticello. Le corde sono realizzate con materiali differenti a seconda della tessitura: ottone rosso, ottone giallo e ferro.

 

La meccanica è di tipo inglese con spingitore singolo. I martelletti sono in tiglio ricoperti con strati di pelle di cervo originale.

 

Gli smorzatori sono azionati tramite pedale.

L'utilizzo di questo straordinario strumento del 1800 non sarebbe stato possibile senza il contributo degli amici Nicholas Hooton e Robert Schofield

 

 

Fortepiano Kirkman 1800

Continua il nostro viaggio alla scoperta degli strumenti originali utilizzati nella produzione de “L’Italiana in Algeri” di LuccaOPERAfestival 2015: il pubblico avrà la preziosa opportunità di ascoltare l’eccezionale suono di un raro e pregiatissimo fortepiano del 1800 che sarà utilizzato per l’accompagnamento dei recitativi dell’opera.

 

Il fortepiano che utilizzeremo nella produzione de “L’Italiana in Algeri” è uno strumento molto pregiato poiché è un esemplare originale databile intorno all’anno 1800, quindi perfettamente contemporaneo al periodo della prima rappresentazione di quest’opera rossiniana (1813). Lo strumento che utilizzeremo è stato costruito a Londra da un noto artigiano, Joseph Kirkman, esponente di una illustre famiglia di costruttori ci clavicembali e fortepiani. Il capostipite della bottega, Jacob Kirchmann, si trasferì dalla nativa Germania a Londra agli inizi del Settecento e avviò una pregiata ditta specializzata nella costruzione di clavicembali - e successivamente di fortepiani - che aveva sede a Soho Square.

 

L’utilizzo di uno strumento tanto pregiato è possibile grazie alla generosità di Nicholas Hooton e Robert Schofield, che con il loro contributo hanno coperto le spese di noleggio e trasposto dello strumento. 

 

Un ringraziamento particolare va anche al Laboratorio di restauro del fortepiano di Donatella Degiampietro (Firenze), l’attuale proprietario dello strumento che ne ha anche curato il restauro e la manutenzione.

bottom of page