top of page
Gli strumenti d'epoca
 

Gli strumenti musicali dell'orchestra moderna differiscono molto dagli strumenti in uso al tempo di Rossini: nel corso dei secoli, infatti, gli strumenti hanno subito innumerevoli modifiche con lo scopo di renderli sempre più al passo con i contemporanei mutamenti del linguaggio musicale. Gli strumenti musicali che rispondevano pienamente alle esigenze esecutive ed estetiche della musica del primo Ottocento, ad esempio, non erano più in grado di rispondere alle mutate esigenze della musica del secondo Ottocento, e quindi gli strumenti musicali vennero continuamente modificati per renderli più adatti alle necessità del nuovo linguaggio musicale. Le differenze fra strumenti del periodo e quelli moderni riguardano molteplici aspetti quali ad esempio le dimensioni, i materiali impiegati nella costruzione e le tecniche esecutive utilizzabili; ognuno di questi aspetti ha ripercussioni enormi sul timbro degli strumenti e sulle loro potenzialità.

Gli strumenti musicali utilizzati per la presente produzione sono strumenti originali della fine del Settecento o dei primissimi anni dell'Ottocento o copie moderne costruite sulla base di modelli originali del periodo. 

La novità di questa produzione: l'esecuzione su strumenti d'epoca secondo la prassi esecutiva del primo Ottocento

 

 

Prendiamo ad esempio gli strumenti ad arco: nella nostra produzione suoneremo strumenti ad arco della fine del Settecento/primo Ottocento, montati con corde in budello (gli strumenti odierni utilizzano invece corde in metallo). Le corde di budello permettono di ottenere un suono più dolce, corposo e caldo, molto più adatto a fondersi armonicamente con gli altri strumenti dell'orchestra; allo stesso tempo permettono l'esecuzione di articolazioni molto più chiare e parlanti rispetto alle corde in metallo. In questa produzione utilizzeremo inoltre archetti storici, ovvero costruiti sulla base dei modelli effettivamente in uso in Italia grosso modo nel periodo 1780-1810. Anche la scelta del modello giusto di archetto è molto importante, perché permette di eseguire con maggiore chiarezza e precisione particolari figurazioni musicali proprie del periodo: gli archetti che utilizzeremo sono generalmente più leggeri e corti degli archetti moderni, hanno meno crini e permettono una articolazione più parlante e ispirata all'eloquenza della musica vocale coeva. Violini e viole, inoltre, non avevano mentoniere (introdotte dopo il 1820) e spalliere (usate solamente a partire dai primi decenni del Novecento).

I contrabbassi dell'epoca, inoltre, oltre a possedere anch'essi corde in budello, generalmente possedevano solo tre corde, a differenze delle 4 o 5 in uso oggigiorno: ne risulta quindi un suono meno teso e più ricco di armonici, ideale per costituire un fondamento sonoro sicuro e ricco per tutta l'orchestra.

 

Nella famiglia dei legni particolare interesse riveste il flauto traverso, all'epoca di Rossini ancora realizzato in legno e dotato di meno chiavi dello strumento moderno, che è realizzato in metallo. I flauti traversi in legno del periodo offrono un suono molto più dolce e vellutato, adattissimo per passaggi a solo di grande efficacia e anche per fondersi timbricamente con gli altri legni dell'orchestra. Anche clarinetti, oboi, fagotti e ottavini del periodo posseggono generalmente meno chiavi degli equivalenti moderni, e grazie a dimensioni e proporzioni diverse posseggono timbri molto più caratterizzati e ricchi. Rossini amava gli strumenti a fiato e le sue opere, compresa "L'Italiana in Algeri", sono particolarmente ricche di passaggi a solo di grande fascino, che richiedono tra l'altro notevole maestria tecnica.

 

Gli strumenti ad ottone, quali trombe e corni, all'epoca di Rossini erano molto diversi dai loro equivalenti moderni. Gli ottoni antichi sono anche detti strumenti 'naturali': le note vengono ottenute solamente con l'impiego di tecniche speciali (che combinano la pressione dell'aria e la posizione delle labbra dello strumentista) per produrre i suoni presenti nella serie degli armonici naturali; ne risulta un volume sonoro generalmente meno invasivo ed una tavolozza sonora molto più ampia e variegata rispetto agli strumenti moderni, che invece posseggono valvole e pistoni per facilitare la produzione dei suoni sacrificando però la ricchezza timbrica e la trasparenza che invece è propria degli strumenti antichi.

 

Un capitolo tutto speciale è rappresentato dagli strumenti a percussione del primo Ottocento. I timpani del periodo erano di dimensioni minori e utilizzavano membrane realizzate con pelli animali (i timpani moderni sono invece strumenti di dimensioni maggiori, spesso montati con pelli di materiale artificiale): il suono è più focalizzato, preciso e più percussivo degli equivalenti moderni, che sono invece più adatti per essere utilizzati con grandi organici orchestrali e in grandi spazi. Rossini amava gli strumenti a percussione e ne fa abbondante uso ne "L'Italiana in Algeri": oltre ai timpani richiede l'uso di grancassa e della Catuba, uno strumento dalle fattezze non molto certe ma in grande voga nell'Ottocento, che presumibilmente indica l'insieme delle cosiddette 'Turcherie', ovvero strumenti a percussione tipo piatti, campanelli, mezzaluna e simili.

 

L'accompagnamento dei recitativi al tempo di Rossini era realizzato da un fortepiano, generalmente coadiuvato da un violoncello e contrabbasso. Il fortepiano è uno strumento inventato dal fiorentino Bartolomeo Cristofori agli inizi del 1700; con l'evoluzione del gusto musicale nel corso del Settecento si affiancò progressivamente al clavicembalo, fino a soppiantarlo definitivamente verso la fine del XVIII secolo. Il suono chiaro e trasparente dei primi fortepiani richiama alla mente la brillantezza del clavicembalo ma contiene anche note di dolcezza e morbidezza che furono costantemente sviluppate nel corso dell'Ottocento, conducendo infine al pianoforte moderno. 

A cura di Jonathan Brandani

Due flauti traversi del 1785.

Cinque modelli di archetti storici del periodo circa 1650 - 1850 (i primi cinque) a confronto con l'archetto moderno (l'ultimo in basso).

Un modello di corno naturale (seconda metà del Settecento).

Orchestra "L'Eloquenza".

bottom of page